Moscato d’Asti DOCG Annata 2023
Vino
Oggi l’uva Moscato ha trovato la sua casa ideale in una vasta zona collinare di 52 piccoli paesi che attraversa tre province del sud Piemonte, ma l’ultima ricerca scientifica ci dice che il moscato era in realtà la prima uva coltivata, la progenitrice di tutta la viticoltura, dalla quale sono via via derivate tutte le infinite varietà oggi conosciute.
Quest’uva viene ancora pigiata come si faceva nel seicento, all’epoca fu il gioielliere di casa Savoia, Giovanni Battista Croce, a codificarne le regole di vinificazione.
Si usano pigiatrici a rullo per una spremitura soffice, e subito vengono separate le parti solide, bucce e graspi, con torchi a delicata pressione per rispettare l’integrità dell’uva.
Il succo ottenuto viene quindi trasferito in recipienti di acciaio inox, dove viene mantenuto a basse temperature per impedire la fermentazione.
Ci sono diverse occasioni per bere un Moscato d’Asti. La tradizione lo vuole perfetto per celebrare una ricorrenza o per quando è festa, oppure dopo una buona cena in ogni giorno della settimana, per via della sua bassa gradazione alcolica, il sapore fruttato e fragrante, e soprattutto, quell’aroma muschiato dell’uva di origine.
Note di degustazione
Vitigno: 100% uve Moscato bianco
Colore: giallo dorato tenue con riflessi paglierino
Profumo: fruttato, con sentori di miele, salvia e muschio
Sapore: dolce, fruttato, ricorda la fragranza dell’uva di provenienza
Temperatura di servizio: 6° C
Abbinamenti gastronomici: perfetto con pasticceria secca, torta di nocciole, dolci Natalizi come il panettone
Vinificazione: parziale fermentazione in vasche d’acciaio a temperatura controllata, filtrazione, seconda fermentazione in vasca e imbottigliamento
Formato: 0,75 l
Da bersi: entro l’anno successivo alla vendemmia
Annuario dei migliori vini italiani 2019 — Punteggio 91/100
Guida Annuario dei migliori vini italiani
Punteggio Punteggio 91/100
Anno pubblicazione 2019
Annata vino 2017
Moscato d’Asti DOCG 2017
Bicchiere dai tratti organolettici eccellenti quello di Demarie.
Uva briosamente pura quella del Moscato d’Asti 2017, il vino dai profumi nativi più integri e tersi del tasting.
Vini Buoni d'Italia 2019 — 3 stelle
Guida Vini Buoni d'Italia
Punteggio 3 stelle
Anno pubblicazione 2019
Annata vino 2017
Moscato d’Asti Docg 2017
Azienda vitivinicola del Roero con tre generazioni alle spalle, di recente spostatasi in una nuova struttura all’avanguardia, ha avviato un percorso che la porterà a ottenere la certificazione biologica.
Annuario dei migliori vini italiani 2018 — Punteggio 90/100
Guida Annuario dei migliori vini italiani
Punteggio Punteggio 90/100
Anno pubblicazione 2018
Annata vino 2016
Moscato d’Asti DOCG 2016
La purezza della mano enologica di Demarie, nel suo Moscato d’Asti 2016 uvosamente, cristallinamente s’avverte.
Annuario dei migliori vini italiani 2017 — Punteggio 88/100
Guida Annuario dei migliori vini italiani
Punteggio Punteggio 88/100
Anno pubblicazione 2017
Annata vino 2015
Moscato d’Asti DOCG 2015
Ovunque gran polpa nelle proposte di Demarie, e un gusto sempre più armoniosamente avvolgente, una limpidezza enologica esecutiva vieppiù suadente.
Gran crema di integra e inossidata spumosa uva dona il Moscato d’Asti 2015.
Annuario dei migliori vini italiani 2016 — Punteggio 88/100
Guida Annuario dei migliori vini italiani
Punteggio Punteggio 88/100
Anno pubblicazione 2016
Moscato d’Asti DOCG 2014
Bicchiere dalla virtuosa enologia esecutiva, limpido si rivela Demarie.
La suadenza polposa di pera del Roero Arneis Docg 2014, la cremosa spuma della dolcissima uva del Moscato d’Asti 2014, la visciola di ottima suadenza e di vivida intensità d’aroma.
Di gran potenza balsamica il Barbaresco 2011, ben tondo al gusto, il migliore ci dona un gran varietale.
I Vini di Veronelli 2016 — 2 stelle
Guida I Vini di Veronelli
Punteggio 2 stelle
Anno pubblicazione 2016
Moscato d’Asti DOCG 2013
I Demarie coltivano le proprie uve sui soleggiati pendii del Roero attraverso metodi compatibili con la salvaguardia dell’ambiente naturale. I Vigneti si trovano nei comuni di Vezza, Castagnito, Castellinaldo e Guarene, impiantati prevalentemente con Nebbiolo, Barbera ed Arneis.
Vitigno
Probabilmente originaria della Grecia, dove oggi e’ coltivato a Samos, Cefalonia e nell’area di Patrasso, questa varieta’ arrivo’ sul territorio italiano ben prima di Cristo (almeno II sec. a.C.).
In Italia ha trovato l’area preferenziale di coltura nelle colline piemontesi (dove pare essere la piu’ antica varieta’ registrata) e dell’Oltrepò pavese.
Anche se limitatamente, è diffuso un po’ ovunque, per esempio nei Colli Euganei ma anche al Sud, in Sicilia, in Puglia ed in Toscana.
Mentre nel Sud e nelle isole si preparano generalmente vini liquorosi, al nord il Moscato Bianco dà origine ad un vino frizzante o spumante di colore giallo paglierino con rari riflessi dorati, profumo intenso ed aroma squisito, corpo leggero ed un perlage perfetto: insuperabile nella sua tipicità.
Le peculiarità del Moscato Bianco sono esaltate dalle caratteristiche climatiche e geologiche della zona di produzione.
E’ emerso infatti che i migliori risultati in termini di componente aromatica varietale, di equilibrio acido e zuccherino e di finezza vengono raggiunti su terreni calcarei, come quelli dell’area collinare dell’astigiano e del cuneese, ed in ambienti con un microclima tipico delle zone collinari.
Il vitigno ha media vigoria, con una produzione buona e costante e vendemmia medio-precoce.
Vigna e caratteristiche annata
Moscato d’Asti DOCG 2023
Vigna
Area di produzione: Langhe
Tipo di allevamento: tradizionale – guyot
Kg di uve per ettaro: 9000 kg/ettaro
Resa di vino per ettaro: circa 6.500 litri
Analisi Chimiche
Alcohol in vol (%): 5,5 %
Zuccheri residui: 144 g/l
Solforosa totale: 51 mg/l
Acidità totale: 5,2 g/l